Giuseppe Mozzanica nasce a Pagnano, frazione di Merate, il 9 aprile 1892.
Dal 1907 al 1912 studia alla Scuola di Disegno Festiva di Merate e in seguito alla Scuola Serale del Castello Sforzesco di Milano. Dal 1916 al 1923 è iscritto all’Accademia di Brera, dove studia scultura sotto la guida di Giuseppe Graziosi, diplomandosi con lode. Di questi anni sono le sue prime opere conosciute: il Soldato nudo accovacciato (1922) e il Monumento ai Caduti di Villa d’Adda (1923). All’indomani del diploma vince il Premio Tantardini con un Nudo virile, espone alla Permanente di Milano e partecipa al concorso Fumagalli con il Piccolo bagnante convalescente.
I monumenti
In quegli anni gran parte della sua produzione è dedicata alla memoria dei caduti durante la Prima Guerra Mondiale, che si traduce in commesse pubbliche per numerosi paesi lombardi. Nel 1925 realizza il monumento a Campagnano (Varese), nel 1926 quello di Melegnano (Milano), nel 1928 quello di Paderno d’Adda e quello di Cernusco Lombardone. Il tema della memoria dei caduti è protagonista di un’altra importante occasione: il concorso per il Monumento ai Caduti di Como, in collaborazione con Attilio e Giuseppe Terragni (1926). Solo una breve corrispondenza ci informa di questa collaborazione, che ha portato lo scultore a confrontarsi con alcuni fra i protagonisti del rinnovamento della plastica lombarda, in quella logica di integrazione fra scultura e architettura che è stata fra i capisaldi dell’arte degli anni Venti e Trenta. L’opera non viene realizzata, essendo stato preferito il progetto di Antonio Sant’Elia.
Le mostre
Il 1926 è anche l’anno della partecipazione dello scultore alla Biennale di Venezia con una Testa di bimbo. Mozzanica parteciperà alla rassegna anche nelle edizioni del 1928 e del 1930. Nel 1927 espone alla Quadriennale di Torino.
Nel 1930, in pieno clima fascista, lo scultore realizza due opere per lo Stadio Mussolini al Foro Italico: Il Calciatore (opera vincitrice del concorso indetto dalla Provincia di Como) e Il Canottiere (prima classificata al concorso della Provincia di Sondrio).
L’attenzione che le sculture di Mozzanica suscitano nel panorama lombardo viene ribadita nel 1930, quando l’Unione Industriale Fascista della Provincia di Como decide di acquisire una sua opera esposta alla Mostra Sindacale di Como; il firmatario che sigla l’acquisto per conto del Sindacato Fascista di Belle Arti di Lombardia-sezione di Como è Giuseppe Terragni.
Nel 1931 Mozzanica partecipa alla I Quadriennale di Roma con la Bagnante sorpresa. L’anno successivo realizza la Tomba Lainati al Cimitero Monumentale di Milano, oggi distrutta (ne rimane solo il bozzetto in gesso, conservato presso la gipsoteca di Pagnano).
Nel 1935 la Testa di contadinello e la Testa di donna sono esposte alla VII Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti, presso la Permanente di Milano. In quell’occasione, la Testa di contadinello viene acquistata dal Comune di Milano e successivamente alloggiata presso la Galleria d’Arte Moderna.
Gli anni che seguono vedono una fitta produzione cimiteriale (tomba Bolis a Calolzio, 1936; tomba Zonca a Paderno, 1938; tomba Crippa a Monza, 1938…
Nel 1939 lo scultore progetta il bassorilievo raffigurante le Marie al sepolcro per la facciata della chiesa del cimitero di Uggiate Trevano, progettata da Attilio Terragni. Dell’occasione ci rimane solo una lettera in cui l’architetto afferma di aver trasmesso il progetto del bassorilievo a Manlio Rho.
Nel 1940 le sue opere, insieme a quelle del pittore Vincenzo Schiavo e dello scultore Pietro Clerici, sono esposte all’Unione Provinciale di Como. Il dépliant della mostra porta la firma di Manlio Rho, all’epoca Fiduciario del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti di Lombardia.
Si sposa nel 1935 con Maria e nel 1938 nasce il primogenito Dario. Nel 1940, anno in cui nasce la figlia Angela, Mozzanica si trasferisce a Castello, frazione di Lecco, in via Matteotti 33, nella stessa sede lo scultore ha anche il suo studio. Nel 1946 nasce il figlio Ivo. Mozzanica resterà a Lecco fino alla metà degli anni Sessanta, successivo il definitivo ritorno a Merate.
Le opere
Dopo la fine della guerra, la produzione dello scultore si volge sempre più verso un realismo fondato sull’osservazione e sulla ricerca della verità, che rifugge da ogni formalismo e prende schiettamente le distanze dalla contemporanea ricerca astratta o informale.
Refrattario a ogni teorizzazione e adesione superficiale alle tendenze del momento, Mozzanica si rifugia nella sua officina creativa, da cui produce instancabilmente medaglioni, bassorilievi, sculture funerarie, commissionati per lo più da privati.
Numerosissime sono le sue opere conservate a Lecco, al Cimitero Monumentale, al Cimitero di Castello, nonché a quello di Acquate, di Rancio e di Laorca.
Fra le opere della maturità vanno ricordati il busto di Antonio Stoppani alla Biblioteca Ambrosiana di Milano (1959), la statua di San Nicolò nel lago di Lecco (1959), il monumento di Verderio Inferiore (1961), il bassorilievo con ritratto di Salvatore Quasimodo per il Genio Civile di Sondrio (1968 o 69).
Nel 1968 Mozzanica aderisce all’Associazione Amatori d’Arte, istituzione che viene formalizzata l’anno successivo. Quest’esperienza gli permette di entrare in contatto con numerosi artisti locali, pittori come Baldazzi e Sora, scultori come De Candido, ma anche musicisti e letterati che si ritrovano settimanalmente per discutere di arte, per confrontare i propri lavori e per organizzare esposizioni. Negli ultimi anni Mozzanica si dedica anche alla pittura di paesaggio e di natura morta.
L’artista si spegne a Merate nel 1983.
Le mostre
Le sue opere sono esposte in diverse occasioni, fra cui: