Collezione

Scultura

L’opera di Giuseppe Mozzanica si pone, all’interno del panorama artistico, tra la prima e la seconda metà del Novecento.

Le sue opere scultoree ci narrano un’estrema conoscenza dell’anatomia, testimoniata anche da alcuni quaderni di appunti con schizzi molto accurati, si traduce in una resa quasi amorosa delle proporzioni, studiate sempre con rigore scientifico.

La ricerca dell’armonia, della regola e della compiutezza si esprime in opere spesso caratterizzate da una grande “classicità” e a volte esplicitamente ispirate all’arte antica.

In altri casi, come nelle teste per lo più commissionate da conoscenti, la caratterizzazione fisionomica filtrata da una capacità di osservazione non comune guadagna una vitalità che, se non conosce il registro dell’ironia pungente o della caricatura, coglie insieme i tratti somatici e quelli psicologici del soggetto ritratto.

Ne emerge un affresco della piccola e media borghesia lombarda: quella stessa committenza che sceglie Mozzanica come autore di moltissimi monumenti funerari.

Il lavoro di Mozzanica esprime l’esigenza di indagare l’essenza delle forme fino a svuotarle della loro struttura narrativa, per renderle realismo puro.

Pittura

L’artista, soprattutto negli ultimi anni della vita, si dedica anche alla pittura, tanto che negli anni Settanta diventa la sua attivitа artistica prevalente. Dipinge paesaggi, nature morte e realizza ritratti.

Anche le opere pittoriche sono caratterizzate da realismo: indaga i volti delle persone, prendendo a modello i figli e la moglie, che compaiono in numerose sue opere. Non mancano poi nudi femminili e ritratti di conoscenti.

A sessantasette anni l’artista si rivolge a se stesso con un autoritratto che rappresenta l’artista in veste da lavoro.

Per i paesaggi l’artista rappresenta i luoghi del quotidiano, tra cui il giardino accanto al suo studio di Corso Matteotti 33 a Lecco e i dintorni di Lecco che era solito visitare a bordo della sua moto.

Lecco non costituisce l’unico soggetto caro al pittore; Mozzanica, difatti, si reca a Forte dei Marmi, in diverse località liguri e a Palau, luoghi che rappresenta in alcuni dipinti di piccolo formato, raccontando la vita placida dei bagnanti sulla spiaggia, la solitudine delle strade assolate, il blu del mare e il verde della macchia mediterranea.

Mozzanica si occupò anche di nature morte; vi si dedicava soprattutto durante i mesi invernali, quando non poteva salire in sella alla sua moto alla ricerca di paesaggi da ritrarre.

Per la rappresentazione dei paesaggi Mozzanica non и preoccupato della resa dettagliata della realtà ma dello stato emotivo che il dipingere suscita in lui: dipingere lo rende felice.

Il gioco di luci ed ombre enfatizza la resa dei volumi rendendo i soggetti rappresentati quasi delle “sculture bidimensionali” dotate di una certa geometria che ricorda le opere di Cezanne, molto amato da Mozzanica.

In realtà lo stile del paesaggio cambia nel corso del tempo: confrontando le prime composizioni degli anni cinquanta con le ultime, si nota una maggiore abilità nella sintesi delle forme e dei toni. Infatti, in un primo tempo i cieli sono incerti e i colori non vengono mai accostati con enfasi, in un secondo tempo, invece, il pittore manifesta una capacità espressiva maggiore e sempre più forte. Nelle nature morte, inoltre, riesce a rendere le differenti consistenze materiche grazie ad un attento equilibrio cromatico.

Nel tempo modifica anche la tecnica passando dal pastello su cartone, adatto a tracciare velocemente le immagini, ai colori ad olio. Cambia anche il supporto, passando dalla tela al compensato, al panforte e alla masonite che non si deformano durante la stesura delle pennellate.

L’artista continuerà a dipingere fino al 1983, anno della sua morte.

Fotografia

Lastre fotografiche

Il fondo Giuseppe Mozzanica raccoglie, oltre alla corrispondenza e a documenti di vario genere, anche una straordinaria sezione di lastre fotografiche, databili agli anni Venti e Trenta.

Si tratta di 183 lastre in vetro, tutte di formato 9×12 cm, che raffigurano le persone che posavano come modelli per l’artista e le opere riprese o allo stato di bozzetto o nella loro composizione finale. Questo corpus costituisce un’importante testimonianza del metodo di lavoro dell’artista, il quale si basava sempre sull’osservazione della realtà, con poche concessioni ad abbellimenti o reticenze. La scelta delle persone ritratte ci parla inoltre della predilezione per i soggetti “vicini” e familiari, tratti dalla vita semplice e quotidiana, di cui Mozzanica intuisce profondamente la verità: verità umana e sociale. Questi sono i contadini della allora povera Brianza, le donne, i giovani che fungono da modelli per i monumenti ai caduti della Grande Guerra, i bambini e le anziane.

Ancora oggi qualche abitante di Pagnano o di Merate ricorda di aver posato per le opere dell’artista: a testimonianza di un modo di procedere a partire dall’osservazione del vero, in una ricerca di comprensione della natura che caratterizza l’opera dell’artista fino agli ultimi anni, costituendo la sua cifra più caratteristica.

Fotografie

Oltre alle lastre, l’archivio conserva anche 292 fotografie.

All’interno della produzione di Mozzanica esse si propongono come una documentazione importante del lavoro svolto dall’artista e al contempo come un frutto della sua stessa arte. La stampa fotografica abbandona l’intento meramente documentario per rivelare quella ricerca continua nell’osservazione portata avanti dall’artista durante tutta la sua vita. Quasi non appagato di aver creato, egli continuamente guarda, osserva e offre sguardi o scorci inediti sulle sue stesse opere; è un’indagine curiosa e poetica della realtà. Attraverso l’obiettivo Mozzanica ricrea le sue sculture; proponendoci modi in cui guardarle e vie di significati ne mette a nudo valori emotivi e fissa la bellezza di sguardi, pose, intrecci, superfici.

Archivio

Il fondo Mozzanica, in parte conservato all’interno della Fondazione e in parte dislocato sul territorio, è stato interamente catalogato secondo le seguenti categorie:

  • opere scultoree;
  • monumenti funebri;
  • lastre fotografiche;
  • opere pittoriche;
  • corrispondenza;
  • bibliografia.

Le opere sono state catalogate attraverso la creazione di un archivio informatico che ha permesso di sistematizzare l’intero patrimonio e correlare le diverse opere tra loro. La correlazione tra le opere facilita la consultazione permettendo di visualizzare in modo estremamente immediato tutte le schede relative a uno stesso argomento/soggetto.

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